Mindfulness è un termine anglo-sassone che possiamo tradurre con “consapevolezza”, ma la nostra definizione sarebbe incompleta se ci fermassimo qui.
Tra le svariate opzioni, la più esauriente è quella che ho inserito nel mio libro “A mente serena”, ispirandomi al pensiero di Jon Kabat-Zinn, uno dei padri fondatori di questo approccio:
“La Mindfulness è l’attitudine a porre l’attenzione su ciò che è, così com’è, qui e ora, con un atteggiamento di accettazione gentile e non giudicante”.
In pratica, siamo in un dimensione mindful ogni volta che riusciamo ad essere “presenti” a ciò che stiamo facendo, percependo l’esperienza attraverso i nostri sensi. Quando abbiamo consapevolezza dei nostri pensieri o delle nostre emozioni, diventando osservatori di noi stessi, con un atteggiamento di benevolenza, senza giudicare in termini di “giusto” o “sbagliato”, stiamo sviluppando il nostro approccio mindful.
Chiunque viva una condizione di disagio e desideri mettersi in discussione, porsi alcune domande sulla qualità della propria esistenza e delle relazioni che vive ogni giorno, oppure semplicemente accrescere il proprio benessere psico-fisico, troverà nella Mindfulness una risposta adeguata per migliorare la vita propria e di chi ha vicino.
A chi si rivolge
La Mindfulness è per tutti, è alla portata di tutti, non comporta alcuna adesione a dottrine religiose, sette, movimenti culturali o club esclusivi. Ognuno di noi può praticarla, iniziando a qualunque età; non serve alcuna particolare intelligenza o abilità fisica, alcun livello di cultura generale o titolo di studio: l’unica necessità è volerlo.
I benefici della Mindfulness
Ogni momento della nostra vita può essere rivisitato seguendo l’approccio mindful, che ci offre la possibilità di entrare in relazione diretta con il fastidio e il disagio che proviamo in alcuni momenti della nostra giornata, imparando ad osservarli e accoglierli.
La Mindfulness ci insegna a non respingere e a non negare alcuna forma di esperienza, nemmeno la più difficile, cogliendo l’opportunità per trarne insegnamento e occasione di crescita. Rivolgendo piena attenzione ad accogliere anche ciò che non ci piace, che non vorremmo o che ci fa soffrire, impariamo a vivere la realtà così com’è, senza condizionamenti, quindi non sviluppando quelle emozioni distruttive quali la rabbia, la paura, l’ansia. In questo modo ci mettiamo nelle migliori condizioni per gestire e sciogliere, piano piano, le cause della nostra sofferenza, aprirci le porte verso la consapevolezza e la serenità interiore.
Avvicinarsi alla Mindfulness
Come ogni attitudine da sviluppare, l’apprendimento si basa sulla ripetizione di alcune attività, suddivise in pratica formale e informale.
La pratica formale è composta da una serie di esercizi che hanno origine nella tradizione millenaria della meditazione Vipassana. Per questi è opportuno dedicarci in termini di tempo e spazio, ritagliandoci un momento e un luogo adatti per entrare in contatto con noi stessi.
Pensare di “dover praticare” per almeno 30 minuti al giorno può essere un approccio poco mindful.
La costruzione di una disciplina attraverso la pratica formale può essere molto faticosa all’inizio.
Un approccio graduale e attento alle caratteristiche della persona che si sta avvicinando per la prima volta alla meditazione è decisamente più consigliabile e darà maggiori benefici a medio-lungo termine.
Ognuno di noi è un essere umano unico e irripetibile: ognuno di noi troverà maggiore confidenza, inizialmente, con una particolare pratica formale piuttosto che un’altra.
La nostra missione è trovare la chiave per aprire la nostra porta.
La pratica informale, invece, trova proprio nella nostra quotidianità le situazioni in cui immergersi con un nuovo atteggiamento consapevole. Potremo imparare insieme svariati esercizi da applicare nella vita di tutti i giorni.
Stai camminando per andare in ufficio? Può essere un esercizio di Mindfulness.
Stai entrando in un bar per un caffè? Può essere un esercizio di Mindfulness.
Stai preparando la cena? Può essere un esercizio di Mindfulness.
In quali altri campi viene utilizzata la Mindfulness
Le prime forme di applicazione sono state in area clinica, partendo dal lavoro di Jon Kabat-Zinn, professore di biologia presso la University of Massachusetts. In seguito, ha avuto una larghissima diffusione anche in ambito psicoterapeutico.
Più di recente le applicazioni si sono estese all’ambito educativo, formativo e organizzativo come proposta di un approccio e di uno stile di vita sereno e consapevole.
La Mindfulness conserva un forte legame con la scienza e la ricerca. E’ nata infatti da scienziati, ricercatori, clinici e immediatamente si è sviluppata parallelamente nella sperimentazione pratica e nel campo teorico della ricerca, con l’intento di verificarne l’efficacia e i benefici sul cervello umano. Oggi la ricerca sui temi legati alla Mindfulness (e alla neuroplasticità) è in fortissima espansione con nuovi e sorprendenti risultati pubblicati ogni anno sulle principali riviste scientifiche. Emerge in modo ormai inconfutabile quali siano i meravigliosi benefici che la pratica mindful ha sul cervello umano e conseguentemente sul benessere delle persone.
La mia esperienza
Praticare la Mindfulness è un’esperienza gratificante, oltre ad essere stata una grande scoperta che ha sensibilmente migliorato la mia condizione di malato cronico.
L’approccio mindful mi ha permesso di sviluppare una più profonda consapevolezza riguardo me stesso, i miei affetti e le persone con le quali entro in relazione. Mi ha dotato, con il tempo e la pratica costante, di maggiore pazienza e di uno spirito di osservazione più acuto.
Questo non vuol dire che non mi capita più di perdere il controllo, di farmi prendere dall’ansia o dire qualcosa di cui mi pento un secondo dopo! Questi momenti si verificano ancora; più raramente rispetto al passato ma non sono scomparsi e, mi viene da dire, per fortuna!
La Mindfulness è un percorso verso la consapevolezza, non verso la perfezione!
Come Ronald Siegel ha scritto:
“Chi può dire come sarei stato senza anni di allenamento con la Mindfulness?”