Durante i primi inverni che io e Silvia abbiamo trascorso nella nostra nuova casa, capitava di frequente che guardassimo sconsolati le rose del nostro giardino.
Apparivano avvizzite, gelate, insomma, morte.
Irrecuperabili.
“Andremo a comprarne altre” ci dicevamo con senso di colpa per non aver compreso cosa e dove avessimo sbagliato.
Poi, verso la fine di febbraio, il miracolo: iniziavano a spuntare i primi germogli e già a metà marzo, se il tempo era clemente, nascevano alcune rose, forti, sane, splendide.
Ai nostri occhi sembrava un dono soprannaturale ma in realtà la Natura aveva semplicemente fatto il suo corso.
Lascia che sia
Ormai io e Silvia lo abbiamo imparato; aspettiamo la primavera con una fiducia diversa.
Quei rami secchi e avvizziti che vediamo ogni anno a Gennaio hanno già dentro di sé tutto il patrimonio necessario per trasformarsi in quel fiore stupendo che ammiriamo a Marzo.
L’unica attività a cui si dedica quel ramo è esistere. Accoglie sole, pioggia, vento, caldo, freddo.
Come e quando capitano.
Non si lamenta del caldo o del freddo, e nemmeno sbuffa infastidito quando piove.
La sua “intenzione” è rivolta a trarre il meglio e il massimo da ciò che c’è in quel momento, rinforzandosi attraverso le intemperie.
Non giudica.
Non oppone resistenza.
Lascia semplicemente che la sua essenza più profonda e spontanea emerga e sbocci quando giunge il suo tempo.
Il tao della vita
Poi quel fiore muore e lascia spazio ad altri germogli che si avvicendano durante la primavera e l’estate.
Qualche volta, abbiamo lo stupore di vedere sbocciare una rosa anche in autunno.
Evidentemente è quello il suo momento.
Poi, in inverno, tutto scompare, ma solo ai nostri occhi e alla nostra visione, limitata, di esseri umani.
Quella rosa è lì, anche in pieno inverno.
Si riposa.
Si rigenera.
Si prende il suo tempo.
Del resto, non si può mica brillare 365 giorni all’anno.
La primavera della vita
Quanti insegnamenti possiamo imparare da questa rosa…
Uno, particolarmente prezioso, vorrei sottolinearlo: abbiamo già dentro di noi tutto ciò che ci serve.
Per esprimere la nostra natura più autentica abbiamo un compito non facile ma semplice: non opporre resistenza.
Togliendo tutto ciò che è superfluo, pesante e di ostacolo lungo il nostro cammino, non faremo altro che sbocciare.
E sarà il nostro unico e meraviglioso fiore a mostrarsi, in tempo per salutare la primavera della nostra vita.
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